Sconti nei ristoranti, ecco il nuovo progetto del Governo

“Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più” è l’iniziativa che il Governo italiano ha deciso di adottare per permettere di mangiare a prezzi scontati al ristorante. In che cosa consiste e come accedervi?

Si chiama “Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più” il progetto che il Governo italiano ha creato a supporto della ristorazione nel Belpaese e delle famiglie.

Parliamo di un’iniziativa dai nobili obiettivi e che permetterà di godere di pasti a un prezzo ridotto in tutto lo Stivale.

Capiamo meglio di cosa si tratta e come funziona questa novità.

Sconti nei ristoranti: cos’è “Aggiungi un posto a tavola”

Nelle scorse ore il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha presentato ufficialmente l’iniziativa “Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più”, in collaborazione con altri quattro Ministeri, ovvero quello dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, del Turismo, della Salute, delle Pari Opportunità e della Famiglia.

L'iniziativa "Aggiungi un posto a tavola che c'è un bambino in più" favorirà le famiglie italiane
L’iniziativa “Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più” favorirà le famiglie italiane | Immagine Unsplash @kayleigh harrington – Importpharma.it

Si tratta di un progetto voluto fortemente dal Governo italiano e il cui obiettivo è quello di sostenere il settore della ristorazione, agevolando al contempo le famiglie italiane.

Fino al 30 giugno 2024, grazie a questa iniziativa, sarà possibile mangiare a prezzi scontati in parecchi ristoranti italiani, dove a essere valorizzati saranno soprattutto i piatti della cucina locale.

“Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più” è un progetto che segue così il modello del carrello antinflazione per i beni di prima necessità, il cui scopo è quello di calmierare i prezzi dei servizi offerti alle famiglie, sostenendo allo stesso tempo il turismo locale, settore grazie al quale sopravvivono diverse regioni in Italia.

È possibile mangiare in un ristorante con la propria famiglia senza essere costretti a spendere cifre folli e che non ci si possono permettere?

Questa è la domanda di base alla quale risponde la nuova iniziativa del Governo Meloni, la cui sfida è quella di portare più famiglie nei ristoranti del Belpaese, dove favorire la distribuzione di prodotti locali più sani e nutrienti.

Parliamo, quindi, di una ristorazione che si basi sull’offerta di piatti tipici e appartenenti alla dieta mediterranea, a valorizzazione dei prodotti d’eccellenza che da Nord a Sud possono essere trovati nelle varie aree d’Italia.

Caratteristiche del progetto

L’accordo “Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più”, è stato firmato dai Ministeri sopra citati, insieme alle organizzazioni agricole e della ristorazione.

Il suo scopo finale, come anticipato nel paragrafo precedente, è quello di favorire l’accesso delle famiglie alla ristorazione, specialmente quelle con numerosi figli a carico, valorizzando al contempo questo importante settore per l’economia italiana.

Come? Attraverso una serie di misure dedicate, quali la creazione di speciali menù per bambini con prezzi sotto ai 10 euro di spesa, offerte settimanali a prezzi ridotti e piatti preparati con ingredienti locali e di alta qualità.

Questo l’insieme di facilitazioni di cui si potrà godere nei ristoranti che hanno deciso (o decideranno) di aderire all’iniziativa, i cui nomi possono essere trovati nell’area dedicata al progetto presente sul sito ufficiale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

È opportuno specificare come la partecipazione al progetto dei ristoranti sia su base volontaria e possa avvenire anche attraverso le associazioni di settore o direttamente per tramite del Ministero delle Imprese e del Made in Italy stesso.

Per quanto riguarda le famiglie, non sono previsti dei requisiti di reddito per poter godere delle facilitazioni di cui sopra.

L’unica condizione è quella che richiede la presenza di almeno un figlio di età inferiore ai 10 anni nel proprio nucleo famigliare.

Ovviamente, per usufruire dei prezzi vantaggiosi bisognerà recarsi in un ristorante aderente all’iniziativa.

È giusto ricordare come il progetto “Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più” non comporterà alcun costo per le finanze pubbliche, in quanto gli sconti verranno offerti su base volontaria dai ristoranti.

A quest’ultimi verrà offerta infatti, come contro moneta, la possibilità di ampliare la propria clientela, allargando così il proprio business.

L'idea del Governo è quella di valorizzare la cucina e i prodotti locali
Il Governo italiano ha messo a punto un progetto per promuovere la ristorazione a prezzi ridotti | Immagine Unsplash @Nick Hillier – Importpharma.it

Povertà alimentare in Italia? Dati da non credere

Incredibile, ma vero: l’8,4% delle famiglie italiane non può permettersi di consumare un pasto a base di proteine ogni due giorni, come raccomandato dagli esperti in fatto di nutrizione.

È questo il dato emerso dal rapporto redatto dall’Osservatorio Con i Bambini, condotto in collaborazione da Con i Bambini e Openpolis.

Nel Belpaese sono molte le famiglie che non hanno accesso quotidianamente a cibi sani, bilanciati e nutrienti, un fatto che contribuisce ad accrescere in maniera significativa la povertà alimentare in Italia.

Diversi i fattori in gioco.

Alla base della povertà alimentare nella penisola ci sono le risorse economiche limitate, la difficoltà ad accedere ai servizi di assistenza, la mancanza di educazione alimentare e la scarsa qualità dei prodotti disponibili sul mercato.

Tutti aspetti da non sottovalutare e che colpiscono soprattutto i bambini e i più giovani, i quali spesso non riescono ad avere un pasto salutare e nutriente.

Non serve la raccomandazione dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (l’EFSA, ndr) per capire quanto seguire una dieta sana e diversificata sia importante durante la fase di crescita.

Per questo, i dati riguardanti la povertà alimentare meritano attenzione.

Tale fenomeno è diffuso in particolar modo nelle regioni del Sud dello Stivale, a partire dalla Sicilia, dove oltre l’8% dei bambini e dei ragazzi non consuma almeno un pasto proteico al giorno (es: in una classe scolastica composta da 25 bambini, più di 2 non ricevono quotidianamente l’apporto proteico raccomandato dagli esperti).

Seguono la Campania (5,4%), la Basilicata (4,9%) e il Lazio (4,5%), mentre la Puglia è un’eccezione positiva, con una percentuale inferiore all’1%.

Stesso discorso vale per le Marche, l’Abruzzo e il Piemonte, dove i bambini riescono a mangiare di più e meglio.

Un ruolo fondamentale in questo campo è quello ricoperto dalle mense scolastiche, dove spesso viene offerto il pasto più importante e salutare della giornata.

Non è un caso che, nelle regioni in cui si registra il tasso più alto di povertà alimentare, si conta anche un minor numero di mense (e viceversa).

Ecco allora che il progetto “Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più” voluto dal Governo italiano potrebbe offrire davvero un grande sostegno anche nella lotta alla povertà alimentare.

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