Meditazione vipassana, come si pratica e quali sono i benefici

Vediamo tutto quello che c’è da sapere a proposito della meditazione Vipassana, una tecnica che aiuta a purificare l’anima

Un rilascio della mente attraverso la disciplina: questa è la descrizione della meditazione Vipassana, un termine che, nella lingua pali dell’antica India, si traduce come “vedere le cose in profondità, come realmente sono“. Questa antica tecnica indiana, riscoperta da un maestro buddhista 2.500 anni fa, mira a rivelare la connessione tra le tue emozioni e il tuo respiro, la tua mente e il tuo corpo. Così, sarai in grado di identificare chiaramente tutte le negatività e liberartene, per colmare la tua mente di amore e compassione verso il prossimo. Tuttavia, se sei seriamente deciso a intraprendere questo percorso, è fondamentale comprendere che tutto inizia con un ritiro di 10 giorni. Pertanto, è consigliabile essere convinti prima di intraprenderlo. Ma vediamo tutte le caratteristiche di questa meditazione.

Come e perché praticare la meditazione Vipassana

Che cos’è la meditazione Vipassana? È una delle più antiche tecniche di meditazione, basata sugli insegnamenti originali del Buddha. L’origine della parola “Vipassana” nella lingua pali antica fornisce un’indicazione chiara del significato e dello scopo fondamentale di questa pratica: vedere chiaramente, osservare le cose per quello che sono, guardare dentro.

L’obiettivo della meditazione Vipassana è raggiungere la purificazione della mente per ottenere una visione chiara delle cose. Questa visione, nella sua essenza, non si limita a se stessa ma mira a coltivare sentimenti di amore universale ed empatia. Liberandosi dalle contaminazioni mentali causate dall’ignorare la vera natura della realtà, si sviluppa la capacità di provare equanimità, amore e compassione verso sé stessi e gli altri.

Meditazione di gruppo
Immagine | Pixabay @skynesher – Importpharma.it

Nella sua configurazione attuale, la meditazione Vipassana si basa sugli insegnamenti del maestro indiano S.N. Goenka. Deceduto nel 2013, è a lui che si deve l’istituzione di centri in tutto il mondo dove i principi della meditazione Vipassana vengono ancora oggi trasmessi attraverso la pratica e l’insegnamento in modo gratuito.

La missione di Goenka era diffondere l’universalità del messaggio del Buddha, trasmettendo la consapevolezza che l’insegnamento buddhista non richiede alcuna conversione, ma è aperto a tutti, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa o fede. La meditazione Vipassana può essere praticata da credenti di qualsiasi confessione, atei o agnostici. Il “Dhamma” rappresenta il cammino verso la pace, la liberazione dalle sofferenze e la consapevolezza di sé, come anche dell’amore universale.

Essendo basata sui principi e sulle tecniche insegnate da Gautama Buddha, la meditazione Vipassana viene ancora oggi praticata e insegnata seguendo la sua struttura originale, cercando di preservare il più possibile le tecniche e i passaggi originali. Fu proprio Goenka a introdurre il percorso di dieci giorni che caratterizza l’insegnamento della meditazione Vipassana. Dieci giorni di ritiro spirituale durante i quali si apprendono le metodologie e i principi fondamentali necessari per praticare e applicare la meditazione Vipassana nella vita quotidiana.

Tecniche, posizioni e regole della meditazione Vipassana. Innanzitutto, ci sono cinque principi essenziali da seguire rigorosamente, che costituiscono anche la fase iniziale del percorso d’insegnamento. Questi principi sono: astenersi dall’uccidere ogni forma di vita, evitare il furto, rinunciare a ogni attività sessuale, praticare la veridicità, e astenersi dall’assumere sostanze intossicanti. La pratica costante di questi principi permette di progredire alle fasi successive: gli esercizi di respirazione, preludio alla meditazione Vipassana, che consiste nell’osservazione di sé e delle sensazioni che attraversano il proprio corpo.

Come nella maggior parte delle tecniche di meditazione, anche nella meditazione Vipassana la posizione da assumere di solito (ma non necessariamente) è quella con le gambe incrociate e gli occhi chiusi o semichiusi. Naturalmente, è possibile praticare la meditazione in altre posizioni se le nostre condizioni fisiche o qualsiasi altro fattore rendono scomoda la pratica con le gambe incrociate.

Il nucleo della meditazione, nella sua fase iniziale, consiste nell’osservare il proprio respiro, i movimenti e le sensazioni provocati dall’inspirazione e dall’espirazione nel proprio corpo. Lo stadio finale consiste poi nella meditazione compassionevole, in cui si condivide con gli altri la purezza di pensiero acquisita.

Molto spesso la meditazione Vipassana viene associata a un’altra tecnica di meditazione, la Samatha. Anche Samatha è una parola che trae origine anch’essa dall’antica lingua Pali e significa precisamente “concentrazione”, serenità, calma. Qual è il rapporto tra Vipassana e Samatha? Entrambe si concentrano sul momento presente, sul qui ed ora, essendo tecniche meditative di contemplazione e osservazione. Samatha è la meditazione di focalizzazione, si basa appunto sul focalizzarci su un unico punto, la respirazione. Come pratica è quindi molto vicina e in qualche modo preliminare a Vipassana. Se Samatha ricompone e calma la mente, Vipassana ha una focalizzazione più ampia e mira a rischiarare e allargare la visione. L’obiettivo della meditazione Vipassana è mantenere chiara la visione di tutte le cose, senza concentrarsi su una cosa in particolare.

Ma quali sono i benefici della meditazione Vipassana? La meditazione Vipassana è una tecnica di auto-trasformazione basata sull’osservazione di sé e delle proprie “convinzioni”, al fine di purificare la mente e ristabilire quell’unione e armonia di mente e corpo che conduce ai sentimenti di compassione, amore e amicizia. Proprio il rapporto tra mente e corpo è uno dei punti cardine di questo tipo di meditazione. L’auto-osservazione è trasformativa perché consente un maggior controllo su di sé e la conquista di un maggior focus. Un’accresciuta consapevolezza è una potenziata capacità di liberarsi o non farsi influenzare dalle distrazioni.

Tutto quello che bisogna sapere a proposito del ritiro di 10 giorni. Non sempre l’insegnamento della meditazione Vipassana è stato strutturato in percorsi di dieci giorni. In passato, tali percorsi duravano addirittura sette settimane. Nel corso del tempo, e soprattutto nel ventesimo secolo, il periodo dell’insegnamento si è ridotto per adattarsi allo stile di vita contemporaneo, assumendo la durata attuale di dieci giorni. Questo lasso di tempo è considerato il minimo necessario per acquisire conoscenze e tecniche fondamentali per la pratica della meditazione Vipassana.

Si tratta di un’esperienza impegnativa, con regole precise e un codice di disciplina da rispettare. L’aspetto morale riveste un ruolo centrale nella meditazione Vipassana, insieme al rigore e alla serietà. Quindi, se si decide di intraprendere questo percorso, è essenziale farlo consapevolmente, considerandolo come un’immersione in uno stile di vita diverso, con una componente ascetica non adatta a tutti. Come afferma Dhamma.org: “Il fondamento della pratica è sīla – la condotta morale. Sīla fornisce la base per lo sviluppo di samādhi – la concentrazione della mente; e la purificazione della mente viene raggiunta mediante paññā – la saggezza della comprensione profonda”.

Oltre alle regole base per la condotta morale, già esaminate in precedenza, durante il ritiro sono vietati i contatti fisici tra gli studenti. Non sono consentite comunicazioni con l’esterno (i telefoni vengono restituiti solo al termine dei dieci giorni), registrazioni e scrittura. Ogni forma di intrattenimento, come musica e lettura, è proibita. Si raccomanda la sobrietà nell’abbigliamento, sconsigliando l’uso di gioielli e accessori. È esclusa la pratica di qualsiasi forma di culto religioso o spirituale. Per quanto riguarda il regime alimentare fornito dai centri, segue generalmente una dieta vegetariana semplice e frugale.

In Italia, ci sono centri in cui è possibile partecipare a ritiri di dieci giorni. Le regole e le informazioni per il ritiro sono disponibili sui siti web delle strutture che organizzano tali percorsi. I centri accreditati per l’insegnamento della meditazione Vipassana offrono il ritiro spirituale gratuitamente, basandosi esclusivamente sulle donazioni dei partecipanti e dei sostenitori. Si dice che ogni studente riceva in dono il ritiro da uno studente precedente.

Impostazioni privacy