Giornata mondiale del diabete, i consigli per prevenirlo

Oggi, 14 novembre 2023, si celebra la Giornata mondiale del diabete. Approfondiamo la conoscenza di questo disturbo e vediamo cosa è possibile fare per provare a prevenirlo. Molto passa dalle abitudini quotidiane

 

In occasione della Giornata mondiale del diabete, la quale cade oggi, martedì 14 novembre 2023, proviamo a capire meglio cosa si intende quando si parla di diabete, ma soprattutto quali consigli è utile seguire per cercare di prevenirne la comparsa.

Si tratta di un disturbo che nel Mondo riguarda oltre 530 milioni di adulti, dato che si stima possa peggiorare ulteriormente nei prossimi anni, fino a raggiungere i 640 milioni di soggetti affetti da diabete nel 2030.

Solo in Europa sono circa 60 milioni gli adulti attualmente colpiti da questa malattia, motivo per cui è fondamentale capire come contrastarne efficacemente la comparsa.

Giornata mondiale del diabete: un disturbo che riguarda troppe persone

Il 14 novembre è ormai riconosciuto a livello globale come la Giornata mondiale del diabete, ricorrenza attraverso la quale si cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle importantissime tematiche della prevenzione e del libero accesso alle cure per chi soffre di tale malattia.

Medico misura diabete
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Non si tratta di una data casuale, bensì del giorno che ricorda e celebra la nascita di Sir Frederick Grant Banting (14 novembre 1891, ndr), fisiologo ed endocrinologo canadese noto soprattutto per essere stato lo scopritore dell’insulina nel 1921 insieme a John James Rickard Macleod (con il quale condivise il Premio Nobel, ndr), Charles Herbert Best e James Bertrand Collip.

Una scoperta che ha sicuramente rivoluzionato a suo modo il Mondo, permettendo la sopravvivenza a innumerevoli persone malate di diabete mellito.

Quest’ultimo, volgarmente chiamato con il solo nome “diabete”, è una malattia cronica, la quale si caratterizza per un eccesso di glucosio (zuccheri, ndr) nel sangue. Si tratta della cosiddetta iperglicemia.

Il diabete mellito si differenzia in due forme predominanti: il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2.

Il primo è caratterizzato dalla totale assenza di secrezione insulinica. Il secondo da una ridotta sensibilità all’insulina da parte dell’organismo (normalmente prodotto da parte dei tessuti bersaglio, ovvero fegato, muscoli e tessuto adiposo, ndr) oppure da una ridotta secrezione di insulina da parte del pancreas.

Il diabete di tipo 2, nel dettaglio, è una malattia largamente diffusa in tutto il Mondo, dove i soggetti colpiti da tale disturbo continuano ad aumentare anno dopo anno.

Oltre a queste due forme principali, esistono poi anche delle altre forme di diabete direttamente legate ad alcuni difetti genetici della funzione beta cellulare o dell’azione insulinica, a malattie del pancreas esocrino, indotto da sostanze chimiche o farmaci, oltre che il diabete che può nascere durante una gravidanza, detto gestionale.

Solitamente le cause scatenanti sono la familiarità (i cosiddetti fattori genetici, ndr) e uno stile di vita sedentario abbinato a cattive abitudini alimentari (si tratta dei fattori ambientali, ndr).

Due casistiche che rendono il diabete una delle malattie più diffuse, tanto che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, ndr) lo reputa una priorità globale per tutti i sistemi sanitari.

Stando ai dati raccolti dall’ISTAT nel 2020, solo in Italia il 6% della popolazione sarebbe affetta da diabete, per un totale di oltre 3 milioni e mezzo di persone.

Nel 90% dei casi si tratta di diabete di tipo 2, il più diffuso tra gli adulti, mentre il restante 10% è rappresentato dai soggetti colpiti da diabete di tipo 1, detto anche diabete giovanile o insulino-dipendente.

Ciò che è stato notato è che il numero di diabetici nel nostro Paese cresce con l’aumentare dell’età (es: 2% tra chi ha meno di 50 anni e 9% nei soggetti compresi tra i 50 e i 69 anni, ndr).

La lettura di questo dato porta quindi a una logica conclusione: la prevenzione è fondamentale per cercare di diminuire il numero di soggetti affetti da diabete.

Prevenire prima di curare

Le evidenze scientifiche dimostrano come la prevenzione sia uno strumento utilissimo contro il diabete, dal momento che lo stile di vita che si conduce e le abitudini che si assumono possono avere un forte impatto sull’eventuale comparsa di questa malattia.

Esercizio fisico
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La prevenzione primaria del diabete di tipo 2, per esempio, si identifica con la promozione di stili di vita sani e corretti, utili a non cadere in eccessi dannosi.

Condurre uno stile di vita sano e attivo può prevenire fino all’80% dei casi di diabete di tipo 2, a dimostrazione di quanto sia importante la prevenzione in questo campo.

Essere costretti a combattere con questa forma di diabete significa avere a che fare con un male che può diventare poi la causa di diverse malattie cardiache, di una condizione di cecità e insufficienza reale o che può portare all’amputazione di alcune parti del corpo o, nei casi più gravi, alla morte precoce.

Tutti aspetti tragici che fanno capire quanto prevenire sia l’azione più saggia.

Discorso che vale anche per il diabete di tipo 2, malattia in cui la prevenzione di identifica soprattutto con la diagnosi precoce.

Ma quali sono, da un punto di vista pratico, le regole da seguire per provare a prevenire il diabete?

Innanzitutto, svolgere dell’attività fisica aerobica quotidiana, eseguendo esercizi a moderata intensità per 20/30 minuti al giorno.

Ciò vi permetterà di restare più in forma e di perdere peso, riducendo fino al 60% l’incidenza del diabete di tipo 2.

A essere tenuta sotto controllo deve poi essere la quantità dei nutrienti, ma soprattutto la qualità degli stessi.

Abituare il proprio corpo a una dieta ricca di acidi grassi saturi (i grassi animali, ndr) aumenta sensibilmente il rischio di sviluppare il diabete.

Per questo, il consiglio è quello di sostituirli con acidi grassi insaturi (gli omega 3, ndr), i quali invece riducono questo tipo di rischi.

Altra azione fondamentale nel campo della prevenzione è sottoporsi periodicamente a degli screening, utili a identificare precocemente eventuali patologie, anche nei soggetti asintomatici.

Attraverso un semplice esame del sangue (da eseguire a digiuno, ndr) si può controllare il proprio livello di glicemia, capendo così se il valore rientra nella norma o se sia necessario adottare delle misure protettive.

Uno stile di vita sano e attivo, una dieta equilibrata e povera di grassi saturi e controlli del sangue periodici sono, dunque, le tre migliori forme di prevenzione contro il diabete.

Ciò vale soprattutto per i soggetti più a rischio, i quali sarebbe meglio controllassero sempre il valore della propria glicemia.

Ci riferiamo a quelle persone in cui è già strato riscontrato un valore a digiuno compreso tra 100 e 126 mg/dl o che manifestano la BMI (body mass index = rapporto peso in chili/altezza) con un valore maggiore ai 25 chilogrammi al metro cubo.

A doversi riguardare sono anche quei soggetti che hanno una familiarità di primo grado con persone già affette da diabete di tipo 2.

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