Fuoco di Sant’Antonio: cos’è e perché si chiama così

Come si manifesta e chi colpisce, contagiosità e curiosità sul nome: meglio non essere impreparati di fornte al Fuoco di Sant’Antonio

Il Fuoco di Sant’Antonio, noto anche come herpes zoster, è una malattia virale che colpisce milioni di persone in tutto il mondo ogni anno. Il nome “Fuoco di Sant’Antonio” deriva dalla credenza popolare che il santo protettore contro le malattie infettive, Sant’Antonio da Padova, possa proteggere dalla malattia. Tuttavia, la malattia è causata da un virus chiamato Varicella-Zoster, lo stesso responsabile della varicella. Approfondiamo i sintomi, le cause, la contagiosità, la diagnosi, le cure e la vaccinazione relativi al Fuoco di Sant’Antonio. Ed in più, perché si chiama proprio così?

Sintomi

  1. Eruzione Cutanea: l’eruzione cutanea inizia come una sensazione di bruciore o prurito nella zona interessata, che di solito è limitata a un lato del corpo o del viso, seguendo il percorso di un nervo. Dopo qualche giorno, si sviluppano vescicole piene di liquido. Queste vescicole possono essere molto dolorose e causare disagio.
  2. Dolore Acuto: il dolore associato all’herpes zoster può essere estremamente intenso e fastidioso. È spesso descritto come acuto, pungente o bruciante. Questo dolore può essere talmente severo da interferire con le attività quotidiane e può durare per diverse settimane o mesi.
  3. Prurito: l’eruzione cutanea può causare prurito intenso, che può essere altrettanto fastidioso quanto il dolore.
  4. Sensibilità Cutanea Alterata: la pelle intorno all’eruzione può diventare molto sensibile al tocco e alle temperature estreme.
  5. Nevralgia Post-Erpetica: una complicanza potenziale dell’herpes zoster è la nevralgia post-erpetica, che si manifesta come dolore persistente e debilitante nella zona colpita. Questo può durare mesi o addirittura anni dopo la scomparsa dell’eruzione.

Cause

Come menzionato in precedenza, l’herpes zoster è causato dal virus Varicella-Zoster, lo stesso virus che provoca la varicella. Dopo aver contratto la varicella, il virus rimane latente (inattivo) nei gangli nervosi per anni. Quando il sistema immunitario è indebolito o compromesso (per esempio, a causa dell’invecchiamento o di altre malattie), il virus può riattivarsi, migrare lungo il nervo infetto e causare l’herpes zoster.

Contagiosità

L’herpes zoster in sé non è altamente contagioso come la varicella. Tuttavia, una persona che non ha mai avuto la varicella o non è stata vaccinata può contrarla se entra in contatto con il liquido proveniente dalle vescicole dell’herpes zoster. Il virus può essere trasmesso attraverso il contatto diretto con queste vescicole o attraverso particelle virali nell’aria se le vescicole si rompono e rilasciano particelle virali nell’ambiente circostante.

fuoco di sant'antonio
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Pertanto, è importante fare attenzione quando si assiste a una persona con herpes zoster e prendere precauzioni per evitare il contatto diretto con le vescicole.

Diagnosi

La diagnosi dell’herpes zoster è solitamente basata sulla storia clinica e sull’esame fisico, concentrandosi sull’aspetto caratteristico delle vescicole e sul dolore. In alcuni casi, il medico può confermare la diagnosi tramite test di laboratorio, come il test PCR (reazione a catena della polimerasi) o la coltura virale. Tuttavia, questi test non sono sempre necessari.

Cure

Non esiste una cura definitiva per l’herpes zoster, ma ci sono diverse opzioni di trattamento disponibili per gestire la malattia e alleviare i sintomi:

  • Farmaci antivirali: questi farmaci, come l’aciclovir, il valaciclovir o il famciclovir, possono aiutare a ridurre la gravità e l’estensione dell’eruzione cutanea se somministrati precocemente. Possono anche contribuire a prevenire la nevralgia post-erpetica.
  • Farmaci antidolorifici: gli analgesici da banco come il paracetamolo e farmaci più potenti come gli oppioidi possono essere prescritti per gestire il dolore acuto.
  • Creme e lozioni: creme contenenti antivirali o lidocaina possono essere applicate localmente per alleviare il prurito e il disagio.
  • Terapia contro la nevralgia post-erpetica: per la nevralgia post-erpetica, possono essere prescritti farmaci anticonvulsivanti o antidepressivi, oltre a terapie fisiche o iniezioni di corticosteroidi.

Vaccinazione

Esistono due vaccini approvati per prevenire l’herpes zoster:

  1. Zostavax: questo vaccino è stato il primo disponibile e può essere somministrato a persone di età superiore ai 50 anni. Tuttavia, il suo utilizzo è stato superato dal secondo vaccino in termini di efficacia e raccomandazioni.
  2. Shingrix: questo è il vaccino più recente ed efficace contro l’herpes zoster. È raccomandato per le persone di età superiore ai 50 anni, anche se hanno già ricevuto Zostavax. Shingrix richiede due dosi somministrate a distanza di due a sei mesi per una protezione ottimale.

Curiosità sull’origine del nome

L’Herpes Zoster, il cui nome deriva dalla lingua greca, rappresenta in modo appropriato la malattia: la parola “herpes” è legata al termine greco “herpetón,” che significa “serpente”, mentre “zoster” proviene dal greco classico “zōstēr”, che significa “cintura”. Questa denominazione prende in considerazione la tipica distribuzione delle eruzioni vescicolari e la sensazione di bruciore doloroso associata alla malattia. Nella maggior parte dei casi, le lesioni dell’Herpes Zoster si presentano lungo il tronco in modo simile a una mezza cintura, poiché il virus Varicella-Zoster (VZV) colpisce principalmente i gangli delle radici dorsali.

In aggiunta al nome scientifico, nella tradizione popolare, abbiamo già accennato ad una spiegazione mistico-religiosa che ha radici nella vita di Sant’Antonio Abate (circa 250-356 d.C.). Si narra che l’eremita fu tormentato nel deserto dal diavolo, che si manifestava sotto forma di serpente. Sant’Antonio Abate, noto per la sua fama di taumaturgo e guaritore, è stato associato per secoli a diverse malattie caratterizzate da dolore e bruciore intensi. Quando le reliquie di Sant’Antonio furono trasferite in Francia nell’XI secolo, le persone affette da gravi malattie dolorose e urenti, come l’Herpes Zoster, rivolgevano le loro preghiere al Santo nella speranza di ottenere guarigione e conforto.

Differenze linguistiche

L’elemento del fuoco nel nome è ovviamente associato al dolore estremo e al bruciore che spesso accompagnano questa malattia.

In altre lingue, l’herpes zoster è conosciuto con nomi che riflettono anch’essi la natura dolorosa o l’aspetto delle vescicole cutanee. Ad esempio, in inglese, è chiamato “shingles”, che deriva dalla parola inglese antica “cingulum”, che significa anch’essa “cingolo” o “cintura”. In Italia, il nome “Fuoco di Sant’Antonio” è comune, ma in diverse regioni ci sono anche altre denominazioni regionali per la malattia. Ad esempio, in alcune parti dell’Italia settentrionale è chiamato “Fuoco di San Rocco”.

Come abbiamo visto, il Fuoco di Sant’Antonio (herpes zoster) è una malattia virale dolorosa causata dal virus Varicella-Zoster. La prevenzione attraverso la vaccinazione è fondamentale, soprattutto per le persone anziane, per evitare la malattia stessa e le sue gravi complicanze. Il trattamento mira a gestire i sintomi e prevenire la nevralgia post-erpetica, una delle complicanze più comuni e debilitanti dell’herpes zoster. Se si sospetta di avere l’herpes zoster, è importante consultare un medico per la diagnosi e il trattamento adeguato.

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