Tamponi Covid: dove torna l’obbligo?

Ci sono luoghi in cui è tornato l’obbligo dei tamponi Covid: il Governo è, infatti, preoccupato per l’aumento dei casi registrato nell’ultimo periodo e vuole evitare pericoli.

Il Covid è tornato a far pesare la sua presenza. Non si può ancora parlare di emergenza, ma di certo la soglia di attenzione è maggiore rispetto ai mesi scorsi. A confermarlo sono i numeri. In una sola settimana, quella compresa tra il 31 agosto e il 6 settembre, i casi sono aumentati del 44%, con 21.309 casi e 97 vittime. Così, il Governo non vuole farsi trovare impreparato e ha deciso di reintrodurre l’obbligo di tamponi in alcune particolari situazioni.

Covid, obbligo di tamponi in ospedali e Rsa

Com’è normale, a finire sotto la lente d’ingrandimento in questo momento di crescita dei contagi sono i luoghi considerati maggiormente a rischio per la presenza di persone fragili. Nello specifico, parliamo di ospedali e residenze per anziani. Chi li gestisce sa i rischi che si corrono e da tempo chiedeva al Governo di apporre un correttivo. Richieste che sono ora state ascoltate e hanno preso la forma di una circolare del ministero della Salute. Il testo della circolare sottolinea che, considerando l’attuale andamento del virus, è necessario rendere omogenea la pratica dell’effettuazione dei tamponi Covid. Torna quindi obbligatorio il tampone, anche se soltanto per le strutture ospedaliere. Ai direttori sanitari è poi data libertà di decidere in merito a ulteriori sistemi di protezione nel caso in cui se ne ravvisi la necessità. Nello specifico, imposizione dell’utilizzo di mascherine e/o limitazione degli accessi alla struttura.

Tampone per il Covid fatto da un infermiere con tuta protettiva
Immagine | Unsplash @Jan Kopriva – Importpharma.it

La nuova circolare mette, però, dei paletti che stabiliscono in quali casi il tampone risulta obbligatorio:

  • Pazienti con sintomi compatibili con Covid-19.
  • Pazienti che dichiarano di aver avuto contatti stretti con un caso confermato Covid-19 negli ultimi 5 giorni al momento dell’anamnesi.
  • Pazienti, anche asintomatici, che devono effettuare un ricovero o trasferimento in setting assistenziale ad alto rischio, ovvero nei reparti in cui sono presenti pazienti immunocompromessi e fragili o strutture Rsa e protette.
  • Persone che devono accedere alle strutture Rsa, sia per nuovi ingressi sia per trasferimenti.

Come sempre, poi, l’invito è di non presentarsi in strutture sanitarie in visita se si hanno sintomi riconducibili al Covid.

Tra scuola e nuove varianti

Il quadro di crescita dei contagi sarà quasi sicuramente peggiorato dal recente ritorno a scuola. Gli istituti, infatti, sono luoghi affollati e di facile diffusione del virus. Di contro, le ultime varianti sembrano essere meno aggressive e non avere particolari effetti su persone giovani ed in salute. Il nodo restano le categorie fragili. Al momento, la variante maggiormente tenuta sotto controllo a la Eris. La variante Covid EG5 è stata ribattezzata Eris, come il pianeta nano scoperto nel 2003 nel nostro sistema solare, chiamato così in onore dell’antica dea greca della discordia. I sintomi di questa variante sono mal di gola, naso che cola o chiuso, tosse secca,mal di testa, tosse grassa, voce rauca, dolori muscolari e articolari e alterazioni del senso dell’olfatto. Non è, invece, presente la febbre. La variante, pur particolarmente contagiosa, non sembra essere aggressiva, ma l’attenzione è massima.

 

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