Schillaci sugli asintomatici in classe: “La priorità è difendere i fragili”

Il ministro della Salute Orazio Schillaci torna a parlare di Covid-19 e contagi a scuola. In un’intervista al Corriere della Sera, si sbilancia su alcune valutazioni attualmente in corso proprio sul virus. “Gestire i casi di bambini e ragazzi positivi al Covid, ma asintomatici, sulla base del contesto scolastico e quindi della presenza di altri bambini o insegnanti fragili”, è l’indicazione che dà il ministro. 

Bisogna avere un atteggiamento di tranquillità, perché i numeri del contagio sono aumentati, in numero assoluto”. Rispetto alle terapie intensive e ai ricoveri, “questo, oggi, è assolutamente sotto controllo. La nostra attenzione, sia in questa fase che in quella successiva che inizierà a partire dalla prossima settimana con la vaccinazione, è diretta alle persone più anziane e fragili. E quindi anche per la scuola ci guideranno questi principi. Però senza imposizioni di misure che ci sembrano assolutamente da non prendere in considerazione”, spiega ancora Schillaci.

Le dichiarazioni di Schillaci

Parlando di ciò che il ministero intende fare con la scuola, Schillaci ha poi aggiunto: “Stiamo studiando delle raccomandazioni che permettano di andare a scuola tranquillamente, senza ritornare alle misure restrittive di una volta, non più necessarie. Stiamo lavorando per arrivare a un documento congiunto che contenga queste raccomandazioni”.

Il ministro della salute Orazio Schillaci
Immagine | ANSA/GIUSEPPE LAMI – Importpharma.it

Comunque sia, ha aggiunto Schillaci, “i pazienti e bambini sintomatici devono stare a casa, come per qualsiasi malattia respiratoria contagiosa, il tempo necessario perché la positività venga meno; sono contagiosi soprattutto nei primi cinque giorni. Quello che stiamo ancora valutando è il comportamento di fronte a positivi asintomatici. Stiamo valutando se adottare raccomandazioni in base al contesto, cioè in base alla presenza di soggetti fragili o in assoluto“.

Il ritorno delle mascherine?

Con il Covid che ha rialzato la testa, si è tornato a parlare di mascherine. Ad intervenire nel dibattito anche Matteo Bassetti, che in questi tre anni di pandemia abbiamo imparato a conoscere molto bene. Parlando dell’aumento dei contagi, l’esperto ha dichiarato: “Basta, non bisogna preoccuparsi”. Anche sull’uso delle mascherine a scuola, l’esperto si è mostrato contrario: “Se si reintroducono mascherine torneremo ad essere lo zimbello del mondo”, ha affermato. Questo, nonostante nelle ultime settimane si sia assistito ad un rialzo dei contagi pari al 44%: tuttavia, come affermato dallo stesso Bassetti, non si rischia un boom di casi ad ottobre. “Chi lo sostiene non capisce nulla di Covid e di prevenzione. Sa quante persone hanno mediamente influenza a gennaio-febbraio? 2-3 milioni di persone ogni anno. Ci si preoccupa per potenziali 400 mila persone con tampone positivo che hanno meno del raffreddore”, ha affermato Bassetti.

Sulla situazione scuola era recentemente intervenuto anche Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e tropicali (Simit), e professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma. L’esperto, infatti, ha raccomandato massima attenzione: “La scuola è da sempre fucina di virus che trovano un terreno fertile tra i bambini e i giovanissimi. Offrire una mascherina agli studenti? Non ci vedo nulla di male e non credo sia un danno. Siamo usciti dalla fase dell’obbligo sulle misure anti-Covid. Ora dovremmo aver capito che serve una cultura del senso civico. Se ho contatti con persone fragili dovrò cercare di difenderli, ecco che la mascherina è uno strumento corretto”.

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