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Vitamina A, cos’è e quali sono le conseguenze della sua carenza

A cosa serve la vitamina A? Dove si trova? In che alimenti? Che sintomi causa la sua carenza? Ecco tutte le risposte

La vitamina A è liposolubile – cioè che si diluisce in acidi grassi -, di origine sia vegetale che animale, largamente presente negli alimenti, dotata di numerose funzioni biologicheraramente carente nella dieta. L’eccesso però può essere nocivo e avere complicanze anche gravi (soprattutto per il feto della donna incinta).

È una vitamina essenziale per le cellule epiteliali, la crescita delle ossa e dei denti, la normale maturazione sessuale nell’adolescente e la fertilità nell’adulto, aumenta la resistenza alle infezioni supportando il sistema immunitario, assicura un buon funzionamento della vista e permette la visione crepuscolare, protegge la pelle dai danni causati dall’esposizione al sole ed ha un potente effetto antiossidante, combatte i radicali liberi, contrasta gli effetti dannosi provocati dall’inquinamento e dal fumo e sembra esercitare un ruolo protettivo sul cancro alla prostata.

La vitamina A, a che cosa serve e dove si può trovare

Il retinolo viene assunto regolarmente con gli alimenti e proviene soprattutto da fonti nutrizionali di origine animale; può essere tuttavia sintetizzato a livello intestinale partendo dal β carotene (beta-carotene), un precursore / provitamina di origine prevalentemente vegetale (colorante giallo-arancio), appartenente al vasto gruppo dei carotenoidi (oltre 600 tipi).

Foto | Pixabay @🌸♡💙♡🌸 Julita 🌸♡💙♡🌸 – Importpharma.it

 

Questo processo avviene grazie ad un enzima che, per ogni molecola di β carotene presa in elaborazione, ricava due unità di vitamina A che viene immagazzinata nell’organismo dentro il fegato, garantendo il buon funzionamento del corpo fino a uno o due anni – in soggetto sano e ben nutrito.

I cibi ricchi di beta-carotene sono prevalentemente i vegetali gialli, arancioni e rossi, come carote, zucca, albicocche, patate dolci, meloni ma anche verdure a foglia verde scuro come spinaci, broccoli, cicoria, bieta ecc.

Il retinolo è invece reperibile soprattutto nel fegato, nel tuorlo d’uovo – dove sono presenti anche dei carotenoidi -, nei crostacei, nel latte intero, nel burro e nel formaggio.

L’eccesso di retinolo è più dannoso di quello di β carotene – del quale l’iperdosaggio ha effetti minimi. Mega dosi di vitamina A in gravidanza possono dare un effetto teratogeno.

Si consiglia l’assunzione di almeno 1.000 UI (unità internazionali) al giorno (die) di retinolo ed equivalenti per l’individuo sedentario, mentre per lo sportivo, durante la gestazione e l’allattamento è opportuno aumentare queste dosi. In Italia, considerando la qualità dell’alimentazione seppur con le sue variabilità territoriali, il fabbisogno giornaliero di vitamina A viene sempre garantito e attualmente non si registrano casi di carenza.

La vitamina A è sensibile al calore: molte delle sue caratteristiche vengono meno durante il processo di cottura dei cibi. Meglio dunque consumarli crudi o dopo averli sottoposti a una breve cottura.

Andando nel dettaglio, la vitamina A è essenziale per il trasporto (retinolo), immagazzinamento (retinil estere), differenziazionecellulare (acido retinoico), riproduzione (retinolo) e visione (retinaldeide).

La vitamina A svolge anche altre funzioni non del tutto chiare, probabilmente sotto forma di acido retinoico: ad esempio animali carenti manifestano insufficienza surrenalica e ridotta formazione di glicogeno.

La vitamina A è necessaria al tessuto mucoso per la sintesi di mucopolisaccaridi e svolge un ruolo importante nella conservazione delle membrane cellulari (funzione antiossidante: combatte i radicali liberi e per questo figura come ingrediente nelle creme antirughe più efficaci, contrastando gli effetti dannosi del fumo e dell’inquinamento oltre a fornire un valido aiuto nel combattere l’invecchiamento cutaneo. Infine un’ultima sua funzione molto importante è nella sintesi proteica e nella formazione di ossa e scheletro.

Il fabbisogno giornaliero di vitamina A, o retinolo, è di circa 0,6-0,7 mg, che possono aumentare fino a 0,95 mg durante l’allattamento.

La carenza di vitamina A provoca:

  • Metaplasia squamosa delle cellule epiteliali, con comparsa iniziale di ipercheratosi follicolare (corneificazione a livello dei follicoli piliferi), a cui segue frinoderma (pelle di rospo) con perdita di cute sotto forma di grosse scaglie
  • Corneificazione delle mucose bronchiolari (xerosi), che facilita l’impianto di bronchioliti;
  • Corneificazione dell’epitelio del bacinetto renale che da pieliti e/o cistopieliti;
  • Xeroftalmia, xerosi congiuntivale e corneale, caratterizzata da secchezza, ispessimento, pigmentazione e perdita di lucentezza, con formazione di macchie grigio-biancastre (macchie di Bitot);
  • Cheratomalacia, necrosi colliquativa della cornea, con comparsa di un’ulcera che può evolvere fino a distruggere la cornea stessa con protrusione e prolasso dell’iride e del cristallino;
  • Emeralopia o cecità crepuscolare e nictalopia o capacità di vedere meglio di notte che di giorno, dovute alla diminuzione della concentrazione di rodopsina nei bastoncelli.

La vitamina A diventa tossica quando si assume oltre 300 mg, provocando intossicazione acuta caratterizzata da nausea, vomito, emicrania, disturbi visivi e perdita di coordinazione del movimento, sintomi che con un’assunzione adeguata di retinolo scompaiano in breve tempo.

Oppure quando si assumono dosi elevate di retinolo (dai 6 ai 12 mg) per anni che provocano la comparsa di una sindrome cronica con perdita di capelli, inappetenza, anemia, dolori muscolarisintomi neurologici.

Infine, dosi elevate di carotenoidi provocano un’alterazione della pigmentazione della cute, con una colorazione giallo-arancio.

Giulia De Sanctis

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